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Perché un funzionario e dirigente del più grande partito comunista d'Occidente, come Walter Veltroni, dichiara di non essere mai stato comunista e di non credere nei partiti politici? Come mai questo politico riesce a diventare il primo leader del Partito Democratico, acclamato da un plebiscito nelle primarie? Perché, in seguito, è stato così pesantemente sconfitto? II libro prova a rispondere a questi e altri interrogativi ricostruendo, secondo una prospettiva socio-politologica, la biografia di Walter Veltroni, la sua formazione come leader attraverso il rapporto con le Istituzioni, il percorso di carriera, la cultura politica, l'immagine pubblica. Dai tempi della FGCI romana alla direzione de "l'Unità", passando per il forte legame col gruppo dirigente del PCI di Achille Occhetto, per poi arrivare agli anni dell'Ulivo, della segreteria dei DS, del sindaco della Capitale, fino alle recenti vicende del Partito Democratico. Consacrato come grande leader prima, ritenuto il maggior artefice della sconfitta poi. Cos'ha rappresentato realmente Walter Veltroni nella recente storia della sinistra postcomunista italiana?